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Filosofico Swing

  • Filosofico Swing
  • Philosophical Swing

Non conosco molto lo swing e più leggo filosofia meno ne capisco. Però lo swing mi dà l’idea del mare, è un ballo di coppia in cui ci si accompagna e ci lascia dondolare, mentre di filosofia, temo che i miei testi ne siano intrisi.
Io suono Swing Filosofico perché durante la mia vita mi sono fatto un sacco di domande ed in alcuni momenti di ‘meraviglia’ mi sono riuscito a godere degl’istanti di contemplazione disinteressata che mi hanno concesso sensazioni meno contingenti.
Le mie canzoni raccontano di questi momenti, in un certo senso mi piace dire che si sono scritte in questi momenti, grazie a questi momenti.
Guardo il mondo ed il suo sviluppo e mi sembra che l’uomo si sia dimenticato dell’uomo, che ci si sia scordati di se stessi. E se fosse tutto profondamente diverso? E se ci fossimo focalizzati principalmente su un solo aspetto della questione trascurandone altri?

In un certo senso la mia musica racconta di queste mie dimenticanze e del mio rendermi conto di non poter più far finta di niente. Il mio percorso va dal rendermi conto che c’è un ritmo parallelo, e forse comprensivo, al canonico causa-effetto, all’accettazione della morte come cambiamento di forma, sino all’accettazione che tutto ciò può sussistere ed esiste proprio grazie al motivo che lo nega, la consequenzialità razionale.
La mia musica, quindi, esalta e sottolinea questo mio essere contemporaneamente causa ed effetto della mia vita, questo mio essere l’origine di quello che sono stato e sarò.

Il mio interesse si è sempre focalizzato sui temoni che servono per spiegare il tutto: la fisica quantistica, lo spirito, l’arte, le emozioni, la razionalità ed il suo funzionamento di base.
Le mie conclusioni sono state che ne ho sentite talmente tante che potrebbe darsi che tutte le soluzioni, anche contraddittorie fra di loro, potrebbero essere vere simultaneamente e che la vita sia un’esperienza paradossale in cui di volta in volta accettiamo un aspetto e ne neghiamo un altro.

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Questi pensieri mi hanno convinto che siamo soltanto presente ed il ricordo di quello che saremo.
Un presente costituito contemporaneamente da quello che sono e quello che non sono, da un Io e da un Non-Io, da un conscio ed un inconscio. Un presente che si compone relazionalmente nell’incontro con il mondo, con quello che non so e non sono ancora e con quello che non so e non sono più.
In tal modo divento ininterrottamente un ricordo di quello che non sono ancora, cioè di quello che sarò.

Perciò ho scelto la musica, quel geyser che di volta in volta si genera e scaturisce dall’incontro fra il mio essere solo e contemporaneamente parte di qualcosa d’infinitamente più grande.

Per questo faccio musica, per condividere questo presente come un presente, un dono da condivivere con tutti il più possibile.