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Quando il Pianoforte Intuitivo si è presentato a me, ha preteso tutta la mia attenzione. Apparve come una sensazione, un’esigenza di comunicare quel senso di libertà che mi aveva pervaso, quell’intuizione. All’inizio me ne sentii timido, incredulo. Col tempo però le parole hanno iniziato a sgorgare da sole. Apparve così un Manifesto, un Metodo, cui seguì un’irrefrenabile voglia di approfondire per capire e comunicare meglio. Mi misi perciò a studiare per scoprire se qualcosa di simile era già stato fatto. Trovai metodi interessanti, fra cui quello di Suzuki e quello di Gordon, ma questa sensazione richiedeva anche i colori, non era soltanto musica!

Il Pianoforte Intuitivo è un atteggiamento che comincia con la musica, dall’ascolto, e si esprime attraverso i colori. Musicali, pittorici, comportamentali. Comincia dalla volontà di ordinare i suoni che ci circondano. Questo atteggiamento è una disposizione alla Libertà. Libertà dall’essere soltanto il risultato di ciò che ci è successo, sino al poterne sceglier anche il significato, il valore ed il nome. Il Pianoforte Intuitivo è una possibilità di prendere in mano la propria vita e disegnarla come desidereremmo.

 

Ho scelto la musica perché è la strada per viaggiare nel tempo. Perché consente di immergersi in quegli stati emotivi che hanno caratterizzato i momenti più significativi della nostra vita e prenderne atto. Perché la musica consente di scegliere il passato e il futuro, perché la musica consente di scegliere.

 

Ho pensato allora d’insegnare a suonare così come Montessori, Munari e Steiner hanno educato a percepire il mondo. Mi sono reso conto che era indispensabile ripartire dalle emozioni al di qua del loro significato. Mi sono reso conto che bisognava cominciare dall’istante presente, dalla propriocezione.
Se infatti s’iniziasse dall’ascolto, dalla sensazione di se stessi, si potrebbe ricominciare da capo, da ora.

 

Approfondendo il discorso della musica e dei suoi utilizzi ho scoperto che ha poteri miracolosi! Oltre alla Musicoterapia, che serve per riequilibrare l’organismo sintonizzandolo con frequenze benefiche, le frequenze ordinate hanno effetti concreti sulla materia:

 

Nel ventesimo secolo lo scienziato svizzero Hans Jenny ha notato come il suono delle vocali delle antiche lingue sacre (sanscrita e fenicio-ebraica) desse alla sabbia la forma della lettera corrispondente.
Come se fosse il suono a dare forma alle cose.

 

Sorprendentemente ho scoperto che la musica è stata persino utilizzata per costruire monumenti, templi e palazzi.
Resoconti di viaggiatori che raccontano di aver assistito allo spostamento di enormi macigni grazie alla musica in Tibet, leggende su come siano stati spostati i megaliti di Stonehenge, ricerche sulle piramidi Maya, che grazie alle loro conoscenze astronomiche avevano sviluppato geometrie che avevano effetti evocativi sugli spiriti dei partecipanti.

 

La musica dall’altra è pericolosa. Distrugge i sogni: ti ci fa immergere, risorgere e deludere… “Ma come? Sognavo soltanto questo?
La capacità empatizzante della musica ha poteri straordinari, è in grado di delocalizzarti, di spostare l’attenzione e farti stare in più luoghi contemporaneamente. Si pensi ad esempio alla musica bineurale, utilizzata per indurre stati di coscienza in cui è più facile raggiungere specifici risultati.

 

La musica è uno strumento, la musica è un fine, la musica può essere un inizio.

 

Possiamo utilizzarla per raggiungere risultati psicologici e fisici: stati d’animo, agire a livello micro e macroscopico sulla materia.

Oppure avere la musica come fine, come Senso. Come Improvvisazione che coglie e germoglia dalla sua contemporaneità:

musica per la musica!

Vladimir Jankelevitch: La musica e l’ineffabile.

Una sensazione meravigliosa, lasciando andare con un respiro le mani alla totalità dell’istante. Un po’ un… lasciarsi suonare.

 

Ed infine, più comune, la musica come inizio. Canzoni e brani che esprimono momenti ed incontri della nostra vita, che rappresentano e ricordano esperienze fondamentali del nostro passato… e che, in un certo senso, le hanno determinate.
La musica come compendio di una vita, come album emotivo, come sintesi delle nostre scelte.

 

Il suono è contemporaneamente la cornice e l’essenza delle nostre decisioni.
Ci accompagna, ci consola, ci fa partecipare e ci libera. Ci permette di diventare gli uomini che vorremmo essere.

 

Disporre della tecnica e della teoria musicale ci consente di scegliere come riorganizzare i ricordi, come pianificare i colori che vorremmo avessero i nostri progetti e di avere una compagna che ci sostiene mentre facciamo quello che dobbiamo fare.

 

La musica è la migliore compagna dell’educazione, dello sport, nel lavoro, serve per sintonizzare gli ascoltatori, per incontrarsi.

 

Quando allora si diventa musicali, ossia si è in grado di ascoltare e di tradurre con le proprie mani le emozioni, allora la fantasia, quella speranza sottile che arde dietro i nostri occhi colorando il mondo, può tornare a fluire con maggiore liquidità.